sabato 21 marzo 2009

“Life with my sister Madonna”

Madonna: il fratello Christopher ce ne svela i segreti


Il detto “parenti serpenti” e’ proprio vero. Lo sa bene Madonna, che ha subito il tradimento di uno dei suoi parenti piu’ congiunti. Christopher Ciccone, il fratello della pop star, in una intervista alla trasmissione Good Morning America, in onda sulla Abc, ha sparato a zero sulla sorella. Alla faccia dell’amore fraterno.
Qual è il rapporto di una star del calibro di Madonna con suo fratello? Ma soprattutto: cosa significa avere per sorella una tipa che è considerata un’icona della musica (e non solo!) ed è conosciuta in qualsiasi angolo del mondo? Ce lo spiega Christopher Ciccone nel suo libro appena uscito nelle librerie “Life with my sister Madonna”.



Chi crede che si tratterà di una lettura piacevole, distensiva e che racconti la solidarietà familiare in casa Ciccone, si sbaglia: 348 pagine di puro gossip e indiscrezioni sulla vita della sorella, il libro di Christopher è già pronto sugli scaffali con una tiratura di 350mila copie. Riuscirà a venderle tutte?




Dopo aver scelto come coautrice una delle migliori malelingue di Hollywood, Wendy Leigh, mister Ciccone ci ha dato dentro: lui, da sempre riconosciuto come “il fratello di”, adesso prova a dire la sua e lo dice senza veli e, anzi, calca pure la mano. Pare che il rapporto tra i due fratelli si sia andato incrinando a causa della omosessualità dichiarata di Christopher che, a quanto pare, non andava molto a genio a Guy Ritchie, marito di Madonna dal 2000. Omofobico, Guy avrebbe convinto anche la moglie ad allontanarsi dal fratello e ad abbandonare anche tutte le sue amicizie gay che, oltre ad essere numerose, furono per la star anche molto importanti se consideriamo il fatto che è proprio nell’ambiente gay che Madonna è divenuta l’icona che è adesso.

In “Life with my sister Madonna” Christopher non trattiene nemmeno i commenti su suo cognato, il povero Guy :
Guy è omofobico, ricordo ancora il giorno delle nozze, si divertiva un mondo a raccontare barzellette sui froci. Ecco perché mia sorella ha ostracizzato non solo me, ma anche tutte le amicizie omosessuali, dimenticando che agli esordi fu proprio la comunità gay a fare di lei una star.
Mr Ciccone è proprio gay anzi direi frocia persa e acida!


Secondo Chris, il cognato lo avrebbe sempre trattato come “un impiegato e non un parente”. L’opinione di Christopher è che da quando è diventata la signora Ritchie e vive da nobildonna nella magione inglese, le paranoie di sua sorella, nonostante il supporto della cabala, siano peggiorate. Scrive di non aver avuto più accesso neanche ai nipotini, di non conoscere Rocco, il figlio di Ritchie, e di essere arrivato a una rottura definitiva per motivi pretestuosi, nel periodo in cui (era il 2003) lui arredava il nuovo nido della coppia a Hollywood. Ex-assistente personale della sorella con cui è cresciuto assieme nel Michigan, Christopher rinfaccia innanzitutto a di aver spudoratamente mentito sui suoi inizi: ha messo in giro la storia che sbarcò a New York “in cerca di fortuna” con un paio di scarpette da ballo e 35 dollari “rischiando la fame” quando invece aveva alle spalle una solida famiglia middle-class, soldi e contatti. Una vendetta quella di Chris? Il fallimento di un rapporto familiare trasformato in un affare di famiglia.


Numerosi gli scoop contenuti nel libro: a quanto pare, la signora Ciccone ha avuto una storia con JFK Jr, e ha anche pensato a John Enos (star di Melrose Place) come padre per Lourdes Maria -la sua prima figlia-, al posto di Carlos Leon.
E a chi s’è scandalizzato alla vista del bacio saffico tra lei e Britney Spears, Chistopher è bravo a ficcare una pulce nell’orecchio: in realtà, un bacio ben più appassionato l’aveva già dato a Gwyneth Paltrow in una festa di Capodanno di qualche anno fa. Che ci nasconda qualcosa?



Una mail scritta da Christopher ha sancito la fine tra i due fratelli:

“Ho dato la mia fottuta vita per farti essere la regina del male che sei oggi. Quindici anni trascorsi ad ascoltare le tue puttanate, le tue egoistiche farneticazioni, il tuo mediocre talento, il cattivo gusto che rimarrà nella storia”.

Parole pesanti che fanno da contrappasso alle frivolezze dei gossip raccontati.



Mi chiedo se il successo possa compromettere così una relazione come quella tra fratello e sorella o se,
semplicemente, si tratti di pubblicità nel senso parliamo di Madonna nel bene o nel male basta che se ne parli ... Gossip insomma.
Lui confessa di aver condiviso con la sorella l’infanzia difficile (orfani sin da bambini) e la gavetta durissima a New York “quando pur di starle accanto dormivo sul pavimento infestato dagli scarafaggi”.



E nel corso dell'intervista con la Roberts, ancor più risentito, ha aggiunto: "Mia sorella tiene molto in conto i consigli dell'ultima persona con cui è andata a letto". Allude a Ritchie, naturalmente, perché Christopher ritiene che la tanto chiacchierata relazione di Madonna col campione di football Alex Rodriguez sia una bufala mediatica.



"Madonn
a è innamorata, e finché ci sarà un rabbino del Kabbalah Center a far da mediatore alla bisogna il matrimonio andrà avanti".




Ciccone brother la sa lunga, e per raccontar meglio ha scelto come coautrice Wendy Leigh, una lingua lunga di Hollywood che ne ha scritte di tutti i colori su chiunque, da Schwarzenegger a Grace Kelly. Rivela, per esempio, che Warren Beatty, durante la relazione con sua sorella durata quindici mesi, ebbe la netta
sensazione che lei lo tradisse.
"Cercava le prove nella spazzatura", scrive. Mentre erano insieme, Madonna già flirtava con l'attore Tony Ward, "non certo un tycoon hollywoodiano. A parte un'apparizione nello spot della Pepsi, aveva girato solo film porno, sia etero che gay".


Madonna, la vendetta del fratello ecco il libro di gossip e veleni


Christopher racconta anche di quella volta che lui e Demi Moore andarono a ballare in un locale di travestiti, di una storiella di Madonna con JFK Jr, di un appassionato bacio sulla bocca tra sua sorella e Gwyneth Paltrow in una festa di capodanno (e varie altre allusioni sulla bisessualità della sorella)
e di quando, prima di scegliere Carlos Leon come padre di Lourdes Maria, la prima figlia, la diva avesse fatto un pensierino anche su John Enos, star di Melrose Place, come possibile inseminatore.

Quando Madonna e Sean Penn erano marito e moglie (divorziarono nel 1989), tra i fratelli Ciccone erano baci e abbracci. Il problema allora era il carattere aggressivo e virile di Penn che "una volta (in casa c'era anche Charles Bukowski che vomitava nel bagno) tirò fuori il coltello a serramanico e disse: "Christopher, voglio che diventiamo fratelli di sangue". Mi afferrò il polso e mi fece un taglio sul pollice. Sussultai, non più di tanto, non volevo sembrare un frocetto. Poi incise il suo e lo appiccicò al mio". Si rividero dopo il divorzio. "Mi chiese: "Non avrai mica l'Aids?".



L'opinione di Christopher è
che da quando è diventata la signora Ritchie e vive da nobildonna nella magione inglese, le paranoie di sua sorella, nonostante il supporto della Kabbalah, siano peggiorate. Scrive di non aver avuto più accesso neanche ai nipotini, di non conoscere Rocco, il figlio di Ritchie, e di essere arrivato a una rottura definitiva per motivi pretestuosi, nel periodo in cui (era il 2003) lui arredava il nuovo nido della coppia a Hollywood. Lei lo accusò di essere "un ladro, un bugiardo, una persona inaffidabile", divenne ossessiva, controllava ogni minimo dettaglio, "pretese persino che mettessi all'ingresso una sua gigantografia in atteggiamento sadomaso con animali morti disseminati tra le lenzuola. Poveri bambini, ogni volta entrando in casa erano costretti a vedere la madre in quello stato".
Poi, il colmo, pretende che il fratello entri in comunità per disintossicarsi. Si offre di pagare le spese, "peccato che io, come le dirà anche lo psicologo cui mi ha indirizzato, non sono mai stato alcolista e non ho mai fumato crack (ma nel libro confessa qualche sniffata di coca, con Kate Moss, Naomi Campbell e Donatella Versace, ndr)".

Insomma Christopher, parecchio risentito e (per sua ammissione) senza un quattrino - un'aggravante, date le circostanze - decide di dare alle stampe la sua storia con Madonna. Che si è chiusa definitivamente con una e-mail inviata alla sorella tiranna sulla quale farebbe bene a riflettere con un analista: "Ho dato la mia fottuta vita per farti essere la regina del male che sei oggi. Quindici anni trascorsi ad ascoltare le tue puttanate, le tue egoistiche farneticazioni, il tuo mediocre talento, il cattivo gusto che rimarrà nella storia".

E' un po' quello che abbiamo sempre pensato di Madonna, canta male, balla peggio, ma ha un grande carisma, ed è di questo che sono fatte le dive. Cattivissima? Né più né meno di Joan Crawford, Bette Davis e Lana Turner.

Viviamo tutti, chi più chi meno, alle dipendenze di qualcuno.Dipendiamo dai consigli che può darci una certa persona, dall'amore che proviamo per quell'altra, dal bisogno di sentirci importanti che ci stimola un'altra ancora: e ognuna di loro dipende per qualche motivo da noi.Non c'è niente di male. Se non fosse che, a un certo punto, può capitare di pensare che invece sì: c'è di male. Che gli altri dipendano pure da noi: ma noi no. D'ora in poi non dipenderemo da nessuno. Soprattutto dalla persona da cui più al momento dipendiamo. E allora all'improvviso alziamo la testa: o almeno così pare a noi. Ma il più delle volte stiamo solo per prendere una solenne craniata: perché tutti gli atti di ribellione mossi contro qualcuno anziché a favore di qualcosa, sono destinati a fallire.Prendete il libro "Madonna, mia sorella", scritto da Christopher Ciccone, che, va da sé, di Madonna è il fratello.È un documento davvero interessante.Prima di tutto perché è difficile imbattersi in un io narrante più fastidioso, vittimisista e in cattiva fede: e già questa è un'esperienza.Poi perché, nelle accuse di Christopher a Madonna, vengono alla luce perfettamente le eterne dinamiche di un legame impostato proprio su una mal vissuta dipendenza reciproca.In ultimo perché ci fa capire, implicitamente, come mai oggi la devozione vada così poco di moda.Il rapporto fra i due è presto spiegato: Madonna, lo sappiamo tutti, è Madonna. Arrivata dal Michigan a New York (anche se, ci svela il caro Christopher, non è vero che sua sorella, come ama raccontare nelle interviste, trascorre le prime notti alla Grand Central Station: bensì a casa di amici), in pochi anni passa dall'esibirsi in locali di periferia al suo primo Disco di Platino.Suo fratello la raggiunge.Anche lui ha aspirazioni artistiche: gli piace ballare, dipingere, cantare. Peccato non sappia fare niente davvero bene.È omosessuale, e deve la scoperta della sua identità proprio alla sorella, che una sera lo porta in un locale gay.Fra i due comincia un sodalizio umano che va al di là dei vincoli familiari prestabiliti, e diventa anche professionale.Madonna fa Madonna e Christopher fa l'assistente di camerino, il segretario, l'arredatore e naturalmente il fratello di Madonna.Ma all'improvviso, tutto questo non gli basta. Certo, ogni volta che la sorella chiama, si precipita, «perché sono l'unico su cui fa affidamento», sente sempre il bisogno di puntualizzare («perché adoro il mondo favoloso in cui mi ha fatto entrare» confessa in un'occasione).Madonna rappresenta così nello stesso tempo il suo limite («se dovessi mettere un mestiere sul mio passaporto sceglierei artista e certamente non assistente di camerino») e la sua possibilità (nel profondo di sé sa che senza di lei sarebbe sempre rimasto nel Michigan a cogliere patate).L'errore di Madonna è non riuscire a immaginare che suo fratello possa desiderare qualcosa di più che rassicurarla ogni volta che gli domanda: «Sono grassa?», licenziare per lei i collaboratori e, in generale, tenerla al riparo dai tentacoli del desiderio maschile e delle invidie femminili.Si limita a fidarsi della loro complicità: al punto che Christopher continua ad abitare con lei anche quando entra in scena Sean Penn.Ma non succederà lo stesso con Guy Ritchie: nel frattempo infatti la situazione degenera.Christopher si droga, e ci va giù pesante, anche se è bravissimo a sorvolare sul problema, laddove invece Madonna, in ripetute mail, non parla d'altro, offrendo di farsi carico della riabilitazione.Lei non lo coinvolge più nei suoi spettacoli, e quando ci riprova lui la delude: entrano in un circolo vizioso.In cui Christopher (arrivando a nauseabondi tentativi di fomentare contro Madonna l'intera comunità gay, per esempio facendo notare che nell'ultimo tour tutti i ballerini erano etero) accusa la sorella fondamentalmente di portare una persona alle stelle per poi rigettarla nel "gelido mondo".E Madonna, implicitamente, lo accusa di non aver tenuto fede al loro tacito accordo: io ti facevo fare mio fratello perché tu eri disposto a esserlo. Se non ne hai più voglia, benissimo: ma va da sé che allora io non sovvenziono più il tuo desiderio di far parte attraverso me di un certo ambiente.I patti sono patti. Anche fra fratelli, anche fra amici, in amore: sempre.Chiediamo e offriamo qualcosa a qualcuno che nello stesso tempo chiede e offre qualcosa a noi. È un equilibrio fragile, inizialmente forse spontaneo, che però si mantiene solo calibrando di volta in volta offerte e richieste, osservando, per dirla con romanticismo, di cosa ha bisogno l'altro nel corso del tempo, di cosa hai bisogno tu.


Madonna Biography



Name : Madonna
Birth Name : Madonna Louise Veronica Ciccone
Occupation : Singer, Actress, Producer, Composer
Date of Birth : August 16, 1958
Place of Birth : Rochester, Michigan

Education : University of Michigan (majored in Dance; dropped out) Adams High School, Rochester, Michigan West Junior High School.
Husband/Wife : Guy Ritchie - Director - Together since 1999; married on December 22, 2000,Sean Penn - Actor - married in August 1985 - divorced in 1989.
Fan Mail : 6342 Mulholland Hwy.
Hollywood, Ca 90068-1648
USA

Madonna personal relations:

Tracy Anderson - trainer
Hillary Rodham Clinton - tenth cousin
Lourdes Maria Ciccone Leon - mother
Guy Oseary - manager
Brett Ratner - directed music video
Rocco Ritchie - mother
Alex Rodriguez - rumored to have affair with
Fiona Shackleton - divorce lawyer
Britney Spears - kissed at MTV Video Music Awards show
Seymour Stein - auditioned for in hospital room
Jake Steinfeld - client
Other current Madonna relationships:
1 West 64th Street, New York - co-op owner
A League of Their Own - actor
American Life - #1 pop single
best pop vocal album (1998) - winner
Cherish - #2 pop single
Confessions on a Dance Floor - #1 pop album
Crazy for You - #1 pop single
Desperately Seeking Susan - actor
Dick Tracy - actor
Dick Tracy - actor
Evita - actor
Justify My Love - #1 pop single
Like a Prayer - #1 pop album
Like a Virgin - #1 pop album
Live Nation - recording artist
Live to Tell - #1 pop single
Music - #1 pop album
Open Your Heart - #1 pop single
Papa Don't Preach - #1 pop single
Rock and Roll Hall of Fame - 2008 inductee - performer
Rock the Vote - advocate
Take a Bow - #1 pop single
This Used to Be My Playground - #1 pop single
True Blue - #1 pop album
Madonna past relationships:
Freddy DeMann - manager
Jamie King - choreographer & tour director
Lenny Kravitz - romantically linked
Carlos Leon - dated
Sean Penn - spouse
Guy Ritchie - spouse
......

Forse la notizia della fine del matrimonio fra Madonna e Guy Ritchie non sarà più una novità, ma rimane l’ossessione per i possibili motivi della rottura – tre riviste americane li hanno resi l’argomento principale della settimana.



"Criticava Guy, dicendogli: 'Avrei dovuto sposare qualcuno come me: forte, di carattere, intelligente, ambizioso, spirituale' ", ha detto a Us Weekly una fonte vicina a Ritchie. "Spesso litigavano in maniera violenta. Ci sono state volte in cui Madonna lo ha preso a sberle o lo ha colpito”.

Beh, Guy a quanto pare non gradiva i commenti e rispondeva a suo modo...

"Lui le diceva che era vecchia, grassa, brutta e rugosa. La definiva una stupida incapace di cantare”, ha rivelato alla rivista Us un conoscente di Madonna.


Stando ad OK!, una fonte vicina a Ritchie crede che la cantante abbia "istruito il suo staff a gettare fango sul suo futuro ex-marito”.
(Sebbene ci suoni strano che Madonna abbia a che fare con la notizia riportata dal giornale inglese News of the World, secondo cui Guy avrebbe confessato che il sesso con la pop star era come"stringere fra le braccia un pezzo di ghiaccio".)
Nel frattempo, People ha raccontato che per Ritchie stare con una persona come Madonna era semplicemente spossante.


"A lei interessava soprattutto essere una celebrità, mentre lui è più alla mano. Guy voleva vivere a Londra e avere una vita normale, ma non gli era possibile essendo sposato con Madonna", ha detto un amico comune. E un conoscente della cantante ha aggiunto: "Veniva sempre prima lei di suo marito e la cosa pesava parecchio a Guy. Doveva sopportare moltissime cose".

Per fortificare la sua muscolatura ed essere sempre al topo la signora Ciccone fa di tutto. Tanto che l’ex marito, Guy Ritchie, si è sentito trascurato e ora non fa più mistero dei problemi intimi della coppia: niente sesso per 18 mesi, Ritchie che sentiva di “abbracciare un pezzo di cartilagine”, la Material Girl definita dal marito come una mucca egoista. Particolari non edificanti. Ma purtroppo si sa ci sono pochi divorzi che finiscono in amicizia, specialmente se uno dei due passa da consorte tradito. Il vero motivo della rottura tra il regista e la trasgressiva cantante infatti è da attribuirsi alla presunta relazione di Madonna con il giocatore di baseball Alex Rodriguez . E anzi la bollente, e mai quieta, ex signora Ritchie starebbe già progettando un figlio.


Madonna-Guy Ritchie, immagini da un amore






Guy Ritchie furioso! Il regista si scaglia contro Madonna per le foto hot con Jesus Luz



Il regista inglese è rimasto infastidito dalla cosa perché ritiene che potrebbe mettere in imbarazzo i suoi figli. Ritchie pensa che, in nome della famiglia, Madonna avrebbe dovuto fermarsi e non posare in atteggiamenti provocanti.
Soprattutto pensando ai tre bimbi, Rocco, Lourdes Maria e David Banda, che la coppia sta crescendo insieme nonostante il divorzio: "Guy è rimasto scioccato dalle foto di Madonna mezza nuda. Le ha detto - ha raccontato una fonte - che potrebbero mettere in imbarazzo i bambini a scuola. Madonna ha avuto un tracollo totale riguardo a questa cosa, non solo per l'uso dei media e per l'influenza esterna a cui i figli potrebbero essere esposti, ma perché non sopporta di essere giudicata da Guy, sia come persona che come artista".Udienza pubblica per Madonna La battaglia legale sbarca a New York Madonna ha deciso di trasferirsi con i figli da Londra a New York e, per questo motivo, ha depositato i documenti per l'udienza sulla custodia dei bimbi nel tribunale americano.

L'incontro con gli avvocati è previsto per il due marzo e, a differenza della corte inglese, quella newyorkese aprirà le porte al pubblico. Una fonte ha raccontato: "Ci sarà un'udienza il mese prossimo e la stampa potrà essere presente. La corte di New York confermerà i procedimenti presi da quella inglese, ci saranno delle rivelazioni ma il divorzio sarà sempre consensuale e gestito in modo intelligente". Madonna sarà chiamata a rendere conto al giudice dei dettagli sul suo divorzio, comprese le modalità di finanziamento e le richieste per il benessere dei suoi due figli, Rocco, avuto dall'ex marito Guy Ritchie e David Banda, adottato in Malawi durante il matrimonio. Esente dalla battaglia legale Lourdes Maria, nata da una precendete relazione della cantante, con il suo personale trainer Carlos Leon.
Proprio la questione dell’affidamento rimane dunque il nucleo di maggiore disaccordo tra Ritchie e la Ciccone, che insieme avevano avuto nel 2000 Rocco, ormai di sette anni, e che, appena due anni fa, avevano adottato il piccolo David Banda, orfano del Malawi, di appena 2 anni. Dopo l’annuncio del divorzio, la ex coppia comunica solo attraverso gli avvocati; pochissimi sono ormai gli amici in comune, rivela ancora Taraborrelli, tanto più che i tabloid raccontano di Ritchie già consolato tra le braccia di una giovane attrice una certa Rachel McAdams.Complice il set del suo nuovo film ispirato alle vicende di Sherlock Holmes, Guy sembra aver perso la testa per Rachel e un’anonima fonte ha confessato al magazine americano Star: “Guy la trova bella e brillante, ha insistito perché lavorasse nel suo film. Penso che abbia sempre avuto una cotta per lei”. Vecchio furbacchione, non hai perso tempo… Ovviamente il divorzio più popolare di Londra non poteva che avvalersi di legali d’eccezione: Madonna ha ingaggiato Fiona Shackleton, che rappresentò Paul McCartney ai tempi del divorzio con Heather Mills.

Ritchie ricorre invece ai servigi di Helen Ward, consulente nota per i compensi record ottenuti dalle sue assistite. La battaglia coinvolgerà anche collaboratori e dipendenti, che i team legali hanno assoldato per testimoniare in favore del relativo assistito.

Madonna “ruba” i vestiti alla figlia Lourdes Maria
Madonna, ha deciso di concedersi per una volta, un look da scolaretta.
Osservate in questo scatto fotografico, l’abbigliamento della cantante americana. Madonna, ha preso i vestiti della figlia Lourdes ed ha partecipato conciata in questo modo ad una festa chic organizzata a Londra. Per l’occasione, Madonna, si è portata dietro il baby fidanzato Jesus. Camicia bianca e cravatta, gonnellino corto e Converse All Star ai piedi, da vera liceale, più occhiali da sole anni '80, Madonna ha posato sorridente per i fotografi. Il suo attuale compagno, il modello brasiliano Jesus Luz, era invece "travestito" da Joker ed è arrivato al Kabbalah accompagnato dall'"odalisca" Jessica Seinfeld.



GLI SCANDALI A NUDO









Madonna sembra proprio la regina del gossip. Dopo gli alti e bassi col marito, il regista inglese Guy Ritchie da cui ha divorziato, e la presunta storia con il campione di baseball, Alex Rodriguez, che ha tra l'altro smentito, la pop-star è stata vista con un altro uomo.
Si tratta del modello brasiliano Jesus Luz. Ma il giovane, di appena vent'anni, poche settimane prima di incontrare Madonna, ha partecipato ad un film hard. Lo spettacolo, dal titolo 'Hostel', va in onda la sera tardi e ha come protagoniste tre attrici che danno vita alle fantasie erotiche dei telespettatori. Sul set c'era anche Jesus: "Ha recitato davvero bene - racconta il regista Cande Salles -. E' eccellente".

martedì 17 marzo 2009

Facebook (che si pronuncia feisbuc) ... faccia di libro... il fenomeno che dilaga! Uno sguardo oltre la “face” del famoso “book”.


Tutti ne parlando, e alla fine anche io.




Sono finito dentro Facebook pure io, che casinooooooooo ..... coinvolgente sto coso !

Poi mi sono ritrovato a scriverci, a metterci foto, link, video, commenti, a chattare e scrivere, soprattutto un’enormità di cazzate.

Mi sono messo a cercare persone che non vedevo da anni ... compagni di classe, vecchi amici magari incontrati in vacanza tempo addietro, ex colleghi .... solo ex ecc. ecc. è diventata una mania ma diciamo la verità anche se non avevo la loro amicizia vivevo lo stesso ahha !

Ma cosa è facebook?

Facebook (inizialmente noto col nome di Thefacebook) è un popolare sito di social network, di proprietà della Facebook, Inc e ad accesso completamente gratuito.

Facebook è stato fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca studente
diciannovenne presso l'università di Harvard, con l'aiuto di Andrew McCollum e Eduardo Saverin. Per la fine del mese, più della metà della popolazione universitaria di Harvard era registrata al servizio. A quel tempo, Zuckerberg fu coadiuvato da Dustin Moskovitz e Chris Hughes per la promozione del sito e Facebook si espanse all'Università di Stanford, alla Columbia University e all'Università Yale. Questa espansione continuò nell'aprile del 2004 quando si estese al resto della Ivy League, al MIT, all'Università di Boston e al College di Boston. Alla fine dell'anno accademico, Zuckerberg e Moskovitz si trasferirono a Palo Alto in California con McCollum, che aveva seguito un stage estivo all'Electronic Arts. Affittarono una casa vicino all'Università di Stanford dove furono raggiunti da Adam D'Angelo e Sean Parker.

Il nome del sito si riferisce agli annuari (facebooks) con le foto di ogni singolo membro che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti e al personale della facoltà come una via per conoscere le persone del campus.

Quindi se lo scopo principale iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo, adesso è diventata una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di internet.



In maniera riassuntiva e molto sintetica ecco cosa potete fare iscrivendovi a Facebook:

* Trovare nuovi e vecchi amici cercandoli per nome e cognome, dialogare con loro
con la chat in tempo reale.
* Vedere quello che stanno facendo i vostri amici e commentare il loro status.
* Inserire e condividere foto e video con i propri amici.
* Iscriversi a gruppi che condividono le stesse passioni.
* Utilizzare applicazioni di terze parti che aumentano le funzionalità.
* Organizzare eventi con la possibilità di invitare i propri amici.

Il confine tra pubblico e privato diventa labile e, senza un uso consapevole, l'effetto può essere dirompente.... la privacy dove lamettiamo?

Tutti si fanno i c..a...zz...i degli altri !



Superata la fase iniziale di entusiasmo prende forma una seconda fase di assestamento, se non in alcuni casi di rigetto dello strumento, a causa degli eccessivi solleciti ai quali l'utente è sottoposto e in altri casi alla dispersione di tempo che la gestione dei contatti può provocare. L'amicizia diventa inoltre una relazione dal valore mutabile: alcuni aggiungono al proprio network solo chi hanno già conosciuto personalmente, altri si aprono a qualsiasi opportunità di nuova conoscenza, senza porsi alcun problema di riservatezza. Quale l'approccio più corretto?
Cio che è più importante è mantenere il controllo di ciò che si pubblica, senza pentirsi quando è già troppo tardi. Niente ripensamenti ....Bisogna fare attenzione, il successo di Facebook è incredibile, sta sostituendo le email personali e le chat.
Facebook dev’essere visto come strumento per organizzare la propria vita “offline” (la gestione degli eventi è fantastica) e non basarsi solo su quella “online”.

Il lato oscuro di Facebook
http://bruce0wayne.wordpress.com


Perchè esiste? Come si finanzia? Quali sono gli obbiettivi dell’azienda? Quali sono le eventuali “omissioni incredibili” che ci sono dietro?


Che domande… Per far soldi!

Il boss di Facebook ha ricavato (e continua a ricavare) un lauto flusso di soldi da questa applicazione web.

Il “boss” in questione è principalmente Mark Zuckerberg, anche se ormai è diventata un’azienda talmente “grande” da esser gestita come una multinazionale.. con cda, sedi, rappresentanze, piante di ficus, poltrone in pelle umana, segretarie in topless ..e cose così.

Come si finanzia?

In modo potenzialmente illegale o quantomeno ingannevole. E’ ormai pratica diffusa il far soldi alle spalle dei consumatori (o potenziali tali). Il sistema in questione è quello pubblicitario, ma soprattutto statistico: la raccolta di dati in forma pseudoinformata.

Tanto per farvi un esempio vi cito l’organizzazione Ciao.it. In questo sito (ramo di un’azienda molto più grande) si raccogono dati, pareri e recensioni nei confronti degli utenti che fanno da “cavie” per le proposte commerciali e il passato, presente e soprattutto futuro Marketing.

I dati raccolti sono svariatissimi: anagrafici dell’utente, sul reddito, sui familiari, sulle condizioni lavorative, sul titolo di studio, sulle abitudini, tendenze, perversioni, preferenze (e tanto altro). Nel contempo gli utenti vengono interrogati periodicamente riguardo i loro acquisti, il loro stile di vita, i loro pareri sui prodotti presenti sul mercato, etc.
Questa marea di dati vale un sacco di soldi: fare la stessa indagine presso una organizzazione “tradizionale” costa tantissimo e non sempre restituisce risultati realistici.
Gli utenti di Ciao.it percepiscono denaro in cambio delle informazioni che forniscono all’azienda. Poco denaro, pochissimo in confronto a quanto realmente valgono i loro feedback.. però almeno percepiscono qualcosa!

Il fine di facebook è quasi lo stesso per non dire identico, forse ancora più accurato, ma è subliminale. L’utente poco attento non si accorge di fornire informazioni di vitale importanza e non viene remunerato in alcun modo, anzi: eventualmente paga lui.

I feedback privati e commerciali vengono rilevati dai profili degli utenti con una semplice Query (interrogazione di database). Nel calderone di dati di facebook abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per reperire e vendere alle aziende commerciali le informazioni sulle abitudini, tendenze, preferenze, mazzi e stramazzi vari di tutti gli utenti.

Informazioni tipo: provenienza, età, titolo di studio, occupazione, preferenze sessuali, stato civile, aspetto fisico, amicizie, lingue conosciute, libri preferiti, film, religione, politica etc. etc.
Come se non bastasse a questo dobbiamo aggiungere i feedback sulla pubblicità (che dichiarano essere la principale forma di finanziamento dell’azienda) che ogni utente può dare spontaneamente cliccando l’iconcina con il pollice in su o in giù presente sotto quasi tutti i banner pubblicitari.

Ovviamente anche se non si forniscono feedback spontaneamente lo si fa quando si clicca su ogni link/pubblicità: queste operazioni vengono registrate e archiviate.

Provate a immaginare cosa potrebbe fare un bravo amministratore di database con tutti questi dati a disposizione; come se avesse aggiunto tutti tra gli amici. Vi faccio qualche esempio:

* potrebbe fare controlli incrociati su preferenze sessuali/orientamento politico per poi venderle ai politici o chi per essi
* controlli incrociati su preferenze sessuali e nazionalità,
* preferenze sessuali e quantità di amici e nazionalità
* preferenze sessuali e anno di nascita
* titolo di studio e preferenze commerciali (pubblicità e varie)
* anno di nascita e orientamento politico
* preferenze musicali e titolo di studio
* apetto fisico e titolo di studio
* aspetto fisico e tendenze commerciali
* locali frequentati e titolo di sudio o musica preferita
* etc. etc…

Ogni singola combinazione è appetibile per organizzazioni politiche, religiose, aziende, etc. etc. Le quali pagano a valanghe di dollari/euro per poter accedere ai “mazzi vostri” per poi pianificare come, cosa, quando, perchè e a che prezzo vendere i vari prodotti/ideali/sarcassi che vende/tratta.

Si tratta di un vero e proprio concentrato di dati da vendere al miglior offerente

Legalmente?

Come al solito c’è l’immancabile, onnipresente, salvapoltrone, legalmente cavillico Disclaimer!

Un disclaimer è, in generale, un'affermazione tesa a definire o delineare l'estensione, i diritti e gli obblighi tra due o più soggetti coinvolti in una relazione legalmente riconosciuta. In particolare, il termine "disclaimer" si applica principalmente nei casi in cui la suddetta relazione implica un certo livello di rischio o di incertezza per almeno uno dei soggetti coinvolti; il disclaimer tende a circoscrivere e definire tali rischi.

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La presenza di un disclaimer in una relazione non garantisce necessariamente che in una eventuale contesa legale i termini in esso contenuti siano riconosciuti come vincolanti per le parti, né che sia riconosciuta la sua validità in quanto limitazione di reponsabilità. Esistono infatti numerose considerazioni ed eccezioni in ambito legale che possono rendere il disclaimer nullo per una o per entrambe le parti coinvolte.)

Evvai! Tutti felici e contenti di leggere il contratto e di accettarlo: altrimenti non si può nemmeno iscriversi (ovviamente). Il tutto corredato dal fatto che ogni volta che accedete a un’applicazione (test, regali, camazzi vari) il sistema vi avverte che “l’applicazione accederà ai dati personali”, foto comprese.

Consigli?

Fate come fareste.. ovvero: continuate con le vostre eventuali attivita FaceBookkiane; opure chiudete tutto e andate al bar con gli amici veri.. va bene comunque.

L’importante fondamentalmente è il non esagerare con l’esporsi, nel palesare le proprie informazioni che potrebbero svelare debolezze o fattori personali.

Altri utenti, infatti, potrebbero sfruttare le informazioni pubblicate per intenzioni, diciamo, “di dubbia moralità”. Cosa intendo? mah… un po’ di tutto: dal rapimento a scopo di riscatto, al pedinamento ossessivo, al semplice spettegolare con chiunque.

I 5 motivi per NON iscriversi a Facebook

Facebook vi tenta ma non vi ha ancora conquistato? Tra i mille lati divertenti del sito cercate qualche lato negativo? Tech 5 ve ne da 5... guardate


..e se voglio disiscrivermi? Cancellare la registrazione, eliminare i miei dati resi pubblici?

In realtà è impossibile: si, hai letto bene. Quando viene pubblicata una foto sul web (o un’informazione personale qualsiasi) questa resta “impressa” nella grande memoria esterna del Web (internet) e non è più possibile eliminarla: nemmeno con tutti gli avvocati del mondo.Spiego in breve “come”:

Ogni volta che una foto (per es.) viene inviata a un altro utente Web o pubblicata su un sito qualsiasi, il primo passo invisibile è l’accettare le condizioni per il pubblicare l’elemento personale (per foto o altro che sia).

Tutti i servizi web e le chat che permettono il caricamento o l’invio dei dati hanno un contratto che viene accettato (senza mai essere letto) al momento della registrazione. Il contratto sostanzialmente è simile per tutti i fornitori di servizi del genere e sentenzia grossomodo questo: “La nostra azienda/organizzazione/sito non si ritiene responsabile dei contenuti inviati o scaricati dagli utenti (TU) e non risponde di eventuali danni o più o meno gravi lesioni alla privacy dell’utente stesso. L’utente è da ritenersi l’unico responsabile”.



La memoria esterna di cui scrivevo è costituita principalmente da 3 elementi inattaccabili e immensi:

1. il sistema di backup del fornitore del servizio (in questo caso Facebook); che copia tutto il contenuto del profilo così com’è per poterlo ripristinare in caso di guasto tecnico. Spesso questi sistemi di backup si basano su mirroring più o meno infiniti e situati su computer sparsi per tutto il pianeta (Terra) e talvolta anche nello spazio (satelliti)
2. La memoria dei motori di ricerca. Primo fra tutti Google che conserva più di una copia di tutte le pagine web che incontra. Questa memoria dura mesi, talvolta anni (in base alle impostazioni)
3. I computer di tutti gli utenti con la connessione a internet esistenti sulla faccia della terra. Si, esatto. Una volta che la tua foto è online sul tuo profilo o è stata inviata a qualcuno: non c’è più speranza di eliminarla dal web. Gli utenti scaricano le foto, le copiano in locale sul loro computer; poi scambiano le loro foto con quelle di altri o (peggio) installano un programma di P2P come eMule che mette in condivisione la vostra immagine anche in maniera inconsapevole.

Dall’altra parte della rete ci sono milioni di utenti che se la scaricheranno e potranno farci quel che gli pare.

Tutti questi contenuti restano su Facebook, in funzione della privacy che hai configurato vengono condivisi con i tuoi amici o con l’intera comunità.



Come cancellare il proprio account in modo definitivo da Facebook?

Per cancellare il proprio utente esistono due modi: il primo è più macchinoso, l’altro è quello ufficiale consigliato dallo stesso sito. Per entrambi i modi è consigliabile (per chi è estremamente paranoico), cancellare per prima tutti i dati personali, le foto, gli amici, i tag, le ministorie, i gruppi, le iscrizioni, ecc… insomma in modo manuale tutto ciò che ci lega al sito. Non è necessario ma per alcuni può far star più tranquilli anche se non è escluso che possa esser effettuato un backup di vita medio-lunga invisibile.
Il modo ufficiale è quanto di più ovvio esista, basta recarsi nell’apposita pagina di cancellazione utente Facebook, leggere che è una decisione univoca e che non si torna più indietro e cliccare su invia.
Il modo macchinoso gioca sugli indirizzi email e alcuni trucchi nel sistema: si deve cancellare ogni indirizzo email sull’account che non sia quello di contatto, si disattiva l’account di facebook, ci si registra nuovamente con un nuovo indirizzo email, si accede con il nuovo utente e si aggiunge come indirizzo email di contatto quello originario, poi si dovrà cliccare sul link di conferma ricevuto via email per cancellare tutto.

domenica 15 marzo 2009

DOMANDA ESISTENZIALE : DA CHE LATO FARE IL BIDET... DI FRONTE AL RUBINETTO O DANDO LE SPALLE AL RUBINETTO?



Da una discussione con gli amici è saltato fuori, con mio enorme stupore, che io e loro ci sediamo in modi diversi sul bidet, ossia con spalle ai rubinetti o fronte.. da qui il sondaggio... :)

Vediamo di capirci qualcosa ... partiamo dal bidet e dal suo uso ....primario...



LA STORIA

Il bidet, che fece le sue prime apparizioni all'inizio del XVIII° secolo, rimase a lungo una rarità avversato dalla morale dominante come oggetto indecente assai pericoloso per la sessualità femminile, ovvero peccaminoso.

Gli inglesi poi lo etichettarono come una "sconvenienza continentale", evitando proprio di dargli alcun tipo di considerazione, tanto che ancora oggi è per loro pressoché sconosciuto.

Bidet in francese è l'equivalente di "pony" (infatti nel francese antico "bider" significa trottare). Questa sembra l'antica derivazione del nome dello strumento che noi utilizziamo per rinfrescare le nostre parti intime, proprio perché per utilizzarlo dobbiamo stare a gambe divaricate, proprio come se stessimo montando un cavallo.

Altra domanda lecita perchè il bidet ha un nome francese ma in Francia non viene utilizzato?

La parola bidet è anche il nome francese per indicare il pony; deriva da bider che significa "trottare". L'omonimia è dovuta alla somiglianza delle posizioni che si assumono durante l'utilizzo del bidet con quella della cavalcata del pony. Il bidet inizia a comparire negli arredamenti francesi tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, ma non si conosce né la data certa né il nome del suo inventore. La prima testimonianza certa risale al 1710, anno in cui il probabile inventore, Christophe Des Rosiers, lo installò presso l'abitazione della famiglia reale francese. Curiosamente, nonostante le origini francesi, attualmente in tale paese è praticamente sparito dalle stanze da bagno.

Dal 1900, durante l'età vittoriana, con l'avanzamento tecnologico delle tubature, il bidet, assieme al vaso da notte, divennero strumenti utilizzati nella stanza da bagno e non più in camera da letto.

Nel 1960 invece ci fu l'introduzione sul mercato del bidet elettronico cioè dovuto all'unione del gabinetto con il bidet, particolarmente utile in piccoli ambienti in cui i due sanitari non troverebbero posto.

Il precursore del bidet, il bidoaille, fu inventato nel tardo medioevo durante le Crociate, e consisteva in una tazza che poteva essere usata sia dagli uomini che dalle donne per facilitare il lavaggio delle parti intime. Il vero e proprio bidet sembra quasi sicuramente una invenzione dei francesi nel diciassettesimo secolo, anche se non conosciamo la data esatta e il suo inventore: le prime notizie sul bidet risalgono al 1710. Il primo bidet che fosse qualcosa di più di una semplice tazza su un piedistallo fu il bidet a getto che fu inventato nel 1750: veniva messo in funzione manualmente e produceva un getto regolabile d'acqua. Con la Rivoluzione Industriale il bidet divenne uno "status symbol" della nuova borghesia.

Il bidet (italianizzato in bidè) nasce in Francia tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, non si conosce né la data certa, né il nome del suo inventore.
Il nome con cui si è chiamato questo noto "sanitario" deriva dalla parola francese bider, che significa "trottare". Infatti, la posizione che si assume durante il suo utilizzo ricorda molto una "cavalcata".
Curioso è constatare il fatto che, pur essendo un'invenzione tutta francese, allo stato attuale delle cose il bidet non esiste in Francia, come in nessun altro Paese del Nord-Europa. Mi son sempre domandato il perché. Perché noi italiani (e insieme a noi ci sono i greci, i giapponesi gli spagnoli, i portoghesi e tutti i popoli "latini") ci teniamo così tanto al bidet? Siamo degli schizzinosi? E soprattutto molti "latini" si domandano come fanno gli altri popoli a lavarsi lì dove non batte il sole. Un quesito stupido, tanto più che, avendo conosciuto diversi nordeuropei e avendo anche dei parenti inglesi, mi sembra che "misteriosamente"siano puliti, fragranti e freschi di docce e docce. Però comunque è vero, da parte di inglesi e simili, c'è un certo disprezzo per il bidet, quasi fosse una forma bigotta di attaccamento alla pulizia. "Ne faremmo volentieri a meno", sembrano voler dire.
Eppure gli italiani, ma direi le italiane, pare abbiano, per esperienze personali, una rivendicata propensione per il bidet, "al bidet non si rinuncia". ...Il dilemma però rimane: che tutti abbiano voglia di lavarsi mi pare chiaro, ma il bidet è per qualcuno uno strumento superfluo.
Ragioni storiche forse ce ne sono, se pensiamo che, sempre in Francia, i bidet erano attrezzature da bordello, solo una puttana aveva bisogno di lavarsi in quelle "segrete" zone.


L'UTILIZZO

Il bidè è utilizzato principalmente per l'igiene intima. Inoltre può anche essere usato per il lavaggio di altre parti del corpo, come ad esempio i piedi.







LA DIFFUSIONE


Il bidè è un accessorio comunemente presente solamente in alcuni paesi europei (Grecia, Italia, Spagna e Portogallo), in America latina (in Argentina è presente al 90%), in Medio Oriente e Asia (in particolar modo in Giappone). Inoltre in questi paesi può essere installato in luoghi particolari come negli alberghi, e in Giappone è addirittura presente nei bagni pubblici.

In Europa il bidet è utilizzato non solo per il lavaggio intimo personale, in aggiunta alla carta igienica, ma anche per un lavaggio supplementare e opzionale, o per un'igiene corporale giornaliera.

Nel 1980 in Giappone furono introdotte le prime toilette senza carta, cioè una combinazione di gabinetto e bidet in cui chi l'utilizza può lavarsi direttamente. Questo è presente in circa il 60% dei bagni e non è infrequente negli alberghi.

I primi americani che incontrarono il bidet furono quelli che si recavano nei bordelli europei durante la seconda guerra mondiale e pensavano servisse alle prostitute per lavaggi intimi.

L’ETIMO

La parola bidé non viene affatto (o meglio, non solo) dal francese bidet, come troppi dizionari ed enciclopedie ancor oggi erroneamente si ostinano a riportare, ma viene da una antichissima radice, che d’ora in poi chiameremo per comodità radix bidealis, che si ritrova in numerosissime lingue di tutto il mondo appartenenti ad ambienti storico culturali ed a ceppi linguistici assai diversi.

Nell’Ottocento il bidé (“bidetto” o “bidello”, sic , come veniva chiamato in Italia), venne quasi ignorato dalle persone morigerate; la borghesia fascista anni Trenta lo tollerava solo come strumento atto a persone malate; era venduto alla Rinascente per £.60.

Molti artisti ne furono pubblicamente detrattori, come Verlaine, Isadora Duncan e Henry Miller; molti pittori lo rappresentarono, come Picasso, Forain e Luigi Bartolini.

Negli anni Sessanta in Germania era ancora completamente sconosciuto; gli inglesi lo disprezzano, gli americani lo considerano tuttora una incomprensibile e un po’ scostumata bizzarria del vecchio continente.

Oggi viene usato dal 97% degli Italiani, dal 47% dei francesi e portoghesi, dal 13% degli inglesi e americani e solo dai 6% dei tedeschi.
Il seguente elenco è bastante a capire la diffusione storico - geografica di tale radice

Lingue europee:

BIDEUS latino
BAITHEON greco
BE-THEEKN etrusco
BE TWUUS sassone
BEODEO cantabrico (sec. XIII)

Lingue medio orientali

BH DH ebraico
BIEHDUOK copto
BAEDDOUCH aramaico
BAIDDOCH assiro

Lingue dell’estremo oriente:

BEODOAH tibetano
BIN DEN cinese manciù
BAN DEAN nepalese
BAIDEHT sanscrito

IL PARTENOPEO

La parola bidet o bide’, come scriver si voglia, sembra un francesismo, ma non ha nulla a che fare con il francese, (tanto meno con i puledri), dato che codesto igienico è nato nel regno di napoli (e i primi commentatori stranieri che lo videro nelle regali sale da bagno della reggia di caserta lo accostarono, per la forma, ad un violino), e’ probabile, allora, che per assonanza ricordi una parola francese, senza dimenticarsi che per ovvie ragioni storiche il napoletano presenta molte di queste “assonanze” con la lingua d’oltralpe!

IL FUTURO


Girovagando in internet guardate cosa ho scovato ....


Un bidet multifunzione è l'evoluzione moderna del bidet tradizionale.

L'acqua è l'elemento più puro ed igienico per lavare delicatamente ed in profondità le zone più intime. Grazie all'acqua, il bidet multifunzione Uspa, montato al posto del sedile della vostra toilette, vi permetterà di provare una sensazione di pulizia e confort mai provati fino ad ora.

Le sue bocchette, attivabili da un comodo pannello di controllo, sono facilmente regolabili, in modo da garantire a chiunque la massima soddisfazione. Potrete inoltre usufruire di tutte le ulteriori funzioni che l'alta tecnologia di Uspa ha progettato per il vostro benessere. Asciugatura ad aria calda, sedile riscaldato e dispositivo soft-close ne sono un parziale esempio, tutto in un unico apparato.

Tutti i bidet multifunzione Uspa sono facili da installare e sicuri. Dotati infatti di numerosi dispositivi di sicurezza interni, hanno superato brillantemente i controlli di molte certificazioni internazionali, tra cui le disposizioni comunitarie CE.

Cosa aspettate a provarlo? http://www.eastern-comforts.com/uspa/


LA LETTERATURA

Autore: Luciano Spadanuda
Storia del bidet
Un grande contenitore ideologico

Sin dalla sua comparsa, nei primi del Settecento, il bidet non è un semplice articolo sanitario ma rappresenta una pratica igenica…

collana: Contatti | 144 pag | 2003
Prezzo di Copertina: € 8,00




LE DIMENSIONI


Contano o non contano ?




Ma torniamo al dilemma iniziale "Come si usa correttamente il bidet?
si deve dare le spalle al rubinetto o ci si deve sedere guardando il rubinetto?





PER FINIRE L'IGIENE E IL BUON GUSTO


Dopo l'uso quello che preferite .... si prega di